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Beato Emanuele Olay Colunga Seminarista e martire

22 settembre

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Noreña, Spagna, 25 luglio 1911 – Villafría, Spagna, 22 settembre 1937

Manuel Olay Colunga nacque a Noreña, nelle Asturie, il 25 luglio 1911, settimo di dodici figli. Nel 1926 entrò nel Seminario Minore della diocesi di Oviedo, dove, nel 1934, arrivò la notizia dell’uccisione di sei alunni del Seminario Maggiore, avvenuta durante la rivoluzione delle Asturie, il 7 ottobre. Manuel faceva celebrare ogni 7 del mese una Messa in loro suffragio e li considerava degni degli altari. Nel 1936, allo scoppio della guerra civile, si trovava in famiglia: per qualche tempo si nascose insieme a un amico, novello sacerdote, ma entrambi furono scoperti e imprigionati il 18 giugno 1937. La notte del 22 settembre 1937 venne ucciso con uno sparo alla testa, mentre era di spalle, dopo che gli era stato ordinato d’inseguire alcuni ladruncoli. Manuel aveva venticinque anni, era suddiacono e frequentava il quinto anno degli studi teologici. È stato beatificato il 9 marzo 2019 nella cattedrale del Santo Salvatore a Oviedo, con altri due seminaristi uccisi negli anni della guerra civile e coi sei compagni del Seminario Maggiore fucilati il 7 ottobre 1934. La loro memoria liturgica cade il 6 novembre, giorno in cui tutte le diocesi spagnole ricordano i loro Martiri del XX secolo. I resti mortali di Manuel non sono mai stati ritrovati.



Manuel Olay Colunga nacque a Noreña, nelle Asturie, il 25 luglio 1911, settimo di dodici figli. Suo padre Francisco trasportava le merci col suo carro e coltivava la terra con gli altri figli e la moglie Angelina. Entrambi i coniugi erano molto famosi nel loro paese perché condividevano i loro pasti con i poveri; gli stessi vicini, quando vedevano dei mendicanti, li indirizzavano a casa loro.
Manuel voleva entrare in Seminario sin da bambino, ma i suoi non gli concessero di andare prima che avesse compiuto quattordici anni. Nel 1926, dunque, divenne allievo del Seminario Minore della diocesi di Oviedo, situato nel monastero di Santa Maria di Valdediós. Per il profondo attaccamento che aveva verso la sua terra natale, fu soprannominato “Noreña” dai compagni.
Il 7 ottobre 1934, nel corso della rivoluzione delle Asturie, vennero uccisi sei allievi del Seminario Maggiore di Oviedo. La notizia arrivò anche a Valdediós: Manuel, da allora in poi, fece celebrare ogni 7 del mese una Messa in loro suffragio.
Sua sorella Faustina ha ricordato che lui stesso affermava, riferendosi anzitutto ad Ángel Cuartas Cristóbal, suddiacono, il primo che venne fucilato: “Cuartas e tutti questi che hanno ucciso dovevano essere stati molto coraggiosi. Questi sì che devono stare sugli altari”. Lui stesso rischiò di morire in quel periodo, ma si salvò nascondendosi per qualche giorno in casa di un cugino.
Si trovava a Noreña quando, nel luglio 1936, scoppiò la guerra civile. Si stava dirigendo a León, la città natale del suo amico Maximo, sacerdote novello, che avrebbe celebrato lì la sua Prima Messa. Entrambi rimasero nascosti per parecchio tempo, ma vennero scoperti e imprigionati il 18 giugno 1937.
Manuel rimase prigioniero per cinque giorni nella basilica del Sacro Cuore di Gesù di Gijón, detta “La Iglesiona” (“La Chiesona” in spagnolo), trasformata in carcere, poi venne destinato a San Esteban de las Cruces, vicino Toledo. Nel periodo in cui fu incarcerato lì, poté ricevere le visite dei suoi familiari due volte a settimana. Altre volte, invece, mandava una commissione ai suoi: «Dite a quelli di casa che muoio gridando a Cristo Re».
La notte del 22 settembre 1937, secondo quanto hanno riferito i suoi compagni di prigionia, gli fu ordinato di uscire dal carcere per inseguire dei ladruncoli: a quel punto, mentre era voltato di spalle, qualcuno gli sparò alla testa. Aveva venticinque anni, era suddiacono e frequentava il quinto anno degli studi teologici. I suoi resti mortali non sono mai stati ritrovati.
Altri due seminaristi di Oviedo vennero uccisi negli anni della guerra civile: Luis Prado Garcia, alunno del secondo anno di Filosofia, il 4 settembre 1936, e Sixto Alonso Hevia, al terzo anno di Filosofia, il 27 marzo 1937. I resti mortali di questi ultimi sono stati traslati, il 19 marzo 2013, nella Cappella Maggiore dell’attuale sede del Seminario di Oviedo.
La fama di martirio di questi tre non venne meno nel corso degli anni, come anche per i sei seminaristi sopra citati. Anche i loro resti sono stati traslati nella Cappella Maggiore del Seminario nel 2013.
Il nulla osta per l’avvio della causa, che venne quindi denominata “Ángel Cuartas Cristóbal e otto compagni”, rimonta al 12 maggio 1993. Il processo diocesano, svolto a Oviedo e concluso il 29 novembre 1997, è stato convalidato il 24 febbraio 2012.
Nel 2014 fratel Rodolfo Cosimo Meoli, Postulatore Generale dei Fratelli delle Scuole Cristiane, fu incaricato di seguire la fase romana della causa. È stato quindi possibile completare la “Positio super martyrio”, consegnata nel 2016. Il 21 giugno 2018 si è invece svolto il Congresso dei Teologi della Congregazione delle Cause dei Santi, i cui membri si sono espressi all’unanimità a favore dell’effettivo martirio dei nove seminaristi.
Il 7 novembre 2018, ricevendo in udienza il cardinal Giovanni Angelo Becciu, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, papa Francesco ha autorizzato la promulgazione del decreto con cui Manuel Olay Colunga e compagni venivano dichiarati martiri.
La loro beatificazione si è svolta il 9 marzo 2019 nella cattedrale del Santo Salvatore a Oviedo, col rito presieduto dal cardinal Becciu come inviato del Santo Padre. La loro memoria liturgica è stata fissata al 6 novembre, giorno in cui tutte le diocesi spagnole ricordano i loro Martiri del XX secolo.


Autore:
Emilia Flocchini

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Aggiunto/modificato il 2019-03-08

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