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San Pomponio di Napoli Vescovo

30 aprile

VI sec.

Vescovo di Napoli tra il 520 e il 548, si distinse per la sua difesa del gregge dall'arianesimo durante la dominazione gotica e per la costruzione di una basilica mariana nel centro della città, forse in occasione del centenario del Concilio di Efeso. La leggenda narra che la Vergine, apparsa in sogno al vescovo, gli ordinò di erigere un tempio nel luogo in cui avrebbe trovato un panno ceruleo, liberando Napoli da un cinghiale indemoniato. La basilica, detta di Santa Maria Maggiore e poi della Pietra Santa, subì diverse trasformazioni nel corso dei secoli, conservando oggi solo il campanile romanico. Le spoglie del santo, venerate il 30 aprile e poi il 14 maggio, furono oggetto di una devozione popolare che culminava nei "ludi della porchetta" fino al XVII secolo.

Martirologio Romano: A Napoli, san Pomponio, vescovo, che costruì all’interno della città una chiesa dedicata al Nome di Maria Madre di Dio e durante l’occupazione dei Goti difese dall’eresia ariana il popolo a lui affidato.


Governava la Chiesa di Napoli quasi certamente nel novembre del 536, quando i Greci di Belisario, dopo duro assedio della città, fecero strage non solo dei Goti, loro diretti nemici, ma anche di cittadini inermi e di ecclesiastici.
La cronaca dei vescovi gli assegna il ventunesimo posto e ventotto anni di governo (520-548?). Durante la dominazione gotica difese il suo gregge dall’eresia ariana, e lasciò come testimonianza della sua fede e della sua devozione mariana una superba basilica, che eresse nel centro della città probabilmente a ricordo del primo centenario del Concilio di Efeso (431). Il tempio, detto di santa Maria Maggiore e successivamente anche della Pietra Santa, subì varie trasformazioni; completamente rifatto nel 1653, rimane oggi della basilica romanica soltanto il campanile.
Durante la visita dell’arcivescovo Annibaie di Capua (1581) fu vista, sotto l’altare maggiore dell’antica chiesa, l’urna contenente i resti mortali del santo, ma nel 1743, durante la visita del cardinale arcivescovo Giuseppe Spinelli, se ne trovarono solo frammenti.
La leggenda, posteriore di circa dieci secoli e celebrata da G. Pontano e J. Sannazzaro, attribuisce al diretto intervento della Vergine l’edificazione del tempio. Pomponio avrebbe fatto ricorso alla Madre di Dio per ottenere la liberazione della città dall’incubo di un cinghiale invasato dal demonio e la Vergine, apparsagli in sogno, gli avrebbe ordinato di erigerle un tempio là dove avrebbe rinvenuto un panno di colore ceruleo. Il ricordo del favoloso episodio si celebrò fino al 1625 con i cosiddetti ludi della porchetta o porcella, che si tenevano sul sagrato del duomo nella festa di maggio del santo patrono.
La commemorazione di Pomponio era assegnata nei Calendari marmoreo, tutiniano, lotteriano e cassinese al 30 aprile, giorno della deposizione. La festa, caduta in oblio forse sulla fine del secolo XVI, fu ripristinata, con decreto della santa Congregazione dei Riti del 19 luglio 1634, al 14 maggio, data in cui è iscritta nel Martirologio Romano.


Autore:
Domenico Ambiasi


Fonte:
Bibliotheca Sanctorum

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Aggiunto/modificato il 2019-02-14

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