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Santa Flodoberta Monaca
2 aprile
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VII-VIII sec.
Apparteneva all'abbazia di Notre Dame di Faremoutiers en Brie, ad ovest della città di Coloummiers, che era stata fondata nel secolo VII da santa Fara, dove vissero numerose monache tra cui Adalberga sorella di santa Flodoberta. Grazie alle sue virtù, le sue reliquie furono oggetto di grande devozione dalla popolazione locale. La sua salma fu sepolta nel cimitero di Faremoutiers, ma successivamente i suoi resti vennero traslati nella chiesa parrocchiale di Amilis, dove si trovano ancor oggi.
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Nel VII secolo, all'ombra dell'abbazia di Notre Dame di Faremoutiers en Brie, fiorì la vita di una monaca esemplare: Santa Flodoberta (Flobarde o Floberde). Figlia di una nobile famiglia franca, Flodoberta rinunciò alle ricchezze e alle comodità del suo rango per abbracciare la vita consacrata.
Entrata a far parte della comunità monastica fondata da Santa Fara, Flodoberta si distinse per la sua fervente devozione, la profonda umiltà e l'instancabile dedizione al servizio. Le sue giornate trascorrevano in preghiera, lavoro manuale e studio delle Sacre Scritture. Era un modello di obbedienza e rispetto per le sue consorelle, sempre pronta ad aiutarle e ad incoraggiarle nel loro cammino di fede.
La fama della sua santità si diffuse ben presto oltre le mura del convento. I fedeli accorrevano a lei per chiedere consigli, preghiere e intercessioni. La sua saggezza e il suo esempio di vita ispirarono molti a seguire la sua stessa vocazione.
Dopo una vita spesa al servizio di Dio e del prossimo, Santa Flodoberta si spense serenamente nel VII secolo. La sua salma fu sepolta nel cimitero di Faremoutiers, ma in seguito i suoi resti vennero traslati nella chiesa parrocchiale di Amilis, dove ancora oggi riposano.
Le sue reliquie divennero oggetto di grande devozione popolare. Numerosi miracoli vennero attribuiti alla sua intercessione, e la sua memoria venne venerata fin dal XIII secolo.
Il Martirologio Romano la ricorda il 2 aprile, mentre ad Amillis la sua festa viene celebrata nella seconda domenica di Pasqua.
Autore: Franco Dieghi
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