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Beato Enrico Palacios Monrabá Seminarista e martire

5 agosto

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Cazalla de la Sierra, Spagna, 3 aprile 1917 - Cazalla de la Sierra, Spagna, 5 agosto 1936

Enrique Palacios Monrabá nacque a Cazalla de la Sierra, presso Siviglia, il 3 aprile 1917. A dodici anni fece domanda per entrare nel Seminario Generale e Pontificio di Siviglia. Il 26 giugno 1936 concluse il primo anno di Teologia, quindi tornò in famiglia per le vacanze estive. Tuttavia, un mese dopo, con l’inizio della guerra civile spagnola, s’inasprirono le persecuzioni contro la Chiesa, anche a Cazalla. Fu subito arrestato l’amministratore parrocchiale don Antonio Jesús Díaz Ramos, lo stesso giorno dello scoppio della guerra. L’indomani, dopo aver servito la Messa celebrata a porte chiuse dal coadiutore e aver ricevuto la sua ultima Comunione, Enrique fu arrestato, seguito poco dopo da suo padre. All’udire che era stata distrutta l’immagine della Madonna del Monte, patrona del paese, il giovane, che le era devoto, fu molto dispiaciuto. Il 5 agosto 1936, verso le tre di pomeriggio, quasi tutti i prigionieri vennero uccisi a colpi d’arma da fuoco e con bombe, nel cortile del carcere di Cazalla de la Sierra. I morti erano in gran parte laici, eccetto don Antonio. Alcuni di essi erano sicuramente stati arrestati e quindi uccisi per il loro impegno cristiano: si tratta, oltre a Enrique, che aveva diciannove anni, e a suo padre, dei due fratelli Gabriel e Mariano López-Cepero y Murú e di Cristóbal Pérez Pascual. Questi cinque, inclusi, insieme a don Antonio, nella causa di beatificazione e canonizzazione capeggiata da don Manuel González-Serna Rodríguez, che comprendeva in tutto venti martiri della diocesi di Siviglia, furono beatificati il 18 novembre 2023 nella cattedrale di Santa Maria della Sede a Siviglia, sotto il pontificato di papa Francesco. La memoria liturgica dell’intero gruppo ricorre il 6 novembre, giorno in cui le diocesi spagnole ricordano i loro Martiri del ventesimo secolo.



Enrique Palacios Monrabá nacque a Cazalla de la Sierra, presso Siviglia, il 3 aprile 1917, figlio di Manuel Palacios Rodríguez, proprietario terriero, e Luisa Monrabá Ruiz-Canela. Fu battezzato il 19 aprile 1917 nella chiesa parrocchiale del suo paese, intitolata a Nostra Signora della Consolazione, coi nomi di Enrique, Pancracio, Manuel, Antonio, Rafael, Luis de la Santísima Trinidad.
A dodici anni, dichiarando di avvertire una «vera vocazione allo stato sacerdotale, e per rispondere alla chiamata divina», fece domanda per entrare nel Seminario Generale e Pontificio di Siviglia. Il 26 giugno 1936 concluse il primo anno di Teologia, quindi tornò in famiglia per le vacanze estive.
Tuttavia, sin dal 1932, la Chiesa, nel suo paese natale, stava vivendo una dura persecuzione, a causa dell’applicazione della legislazione secolarizzatrice e laicista: era stata proibita la processione per portare il Viatico ai malati; erano sorti problemi circa il suono delle campane; era stato vietato il rituale religioso per le sepolture, compresa la collocazione della croce sopra di esse.
L’amministratore parrocchiale, don Antonio Jesús Díaz Ramos, aveva protestato vivamente con le autorità, ma non era stato ascoltato. Inoltre, un mese prima del ritorno a casa di Enrique, picchetti di guardie avevano circondato e perquisito la parrocchia e la casa rettorale, sotto il pretesto di cercare bombe e gas asfissianti.
Don Antonio venne arrestato in casa propria il 18 luglio 1936, lo stesso giorno dello scoppio della guerra civile spagnola. Il suo coadiutore poté celebrare Messa a porte chiuse nel convento delle Suore della Dottrina Cristiana la mattina del 20 luglio. Enrique servì all’altare e ricevette la sua ultima Comunione: quella stessa notte, infatti, fu arrestato.
Anche suo padre ebbe la stessa sorte: era infatti noto che il suo impegno come cristiano l’aveva condotto a far parte del Consiglio Economico della parrocchia, fondato nell’aprile 1932 e che procurava fondi per il suo sostentamento. Inoltre, era presidente di Azione Popolare, la formazione politica che intendeva porre rimedio alla legislazione secolarizzatrice e ai danni che aveva prodotto alla Chiesa.
Il 22 luglio venne distrutto tutto quel che aveva a che fare con la Chiesa, compresa l’immagine della Madonna del Monte, patrona di Cazalla. Enrique le era molto devoto e le aveva dedicato alcuni componimenti letterari. Al sentire quella notizia mentre era prigioniero, fu udito esclamare: «Se hanno distrutto la mia Patrona, a cos’altro serve la mia vita?».
Il 5 agosto 1936, verso le tre di pomeriggio, i prigionieri vennero uccisi a colpi d’arma da fuoco e con bombe, nel cortile del carcere di Cazalla de la Sierra. Erano circa un centinaio, quasi tutti laici, alcuni con notevole impegno cristiano, probabile causa immediata della loro prigionia e del seguente assassinio.
Tra di essi c’erano Enrique, che aveva diciannove anni, e suo padre Manuel, i due fratelli Gabriel e Mariano López-Cepero y Murú e Cristóbal Pérez Pascual. Un’altra vittima fu l’amministratore parrocchiale di Nostra Signora della Consolazione a Cazalla de la Sierra, don Antonio Jesús Díaz Ramos. Un fratello di Enrique, anche lui prigioniero, rimase gravemente ferito e morì poco tempo dopo.
Il giorno dopo il massacro, i cadaveri vennero sepolti nel cortile della chiesa rettorale, che era vicina al carcere. All’ingresso dell’esercito regolare, il 12 agosto, vennero riesumati e, dopo l’identificazione, sepolti nel mausoleo costruito nel cimitero parrocchiale per le vittime della guerra, che fu inaugurato il 5 agosto 1938.
Enrique e suo padre furono inclusi nella causa di beatificazione e canonizzazione capeggiata da don Manuel González-Serna Rodríguez, insieme a don Antonio, ai fratelli López-Cepero y Murú e a Cristóbal Pérez Pascual.
L’elenco comprendeva in tutto venti martiri della diocesi di Siviglia, morti durante la medesima persecuzione: furono beatificati il 18 novembre 2023 nella cattedrale di Santa Maria della Sede a Siviglia, sotto il pontificato di papa Francesco. La memoria liturgica dell’intero gruppo ricorre il 6 novembre, giorno in cui le diocesi spagnole ricordano i loro Martiri del ventesimo secolo.


Autore:
Emilia Flocchini

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Aggiunto/modificato il 2023-11-19

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